Dopo avere parlato in termini generali del “giardino che ci protegge”, iniziamo a trattare con maggior dettaglio i singoli argomenti che compongono il tema partendo dal ruolo delle piante nella protezione dall’inquinamento atmosferico.
Le piante svolgono un ruolo cruciale nel ridurre l’inquinamento atmosferico, poiché sono capaci di assorbire le particelle nocive e allontanarle dalle persone.
Siamo spesso esposti a inquinanti nell’aria, come quelli prodotti dalle industrie e dai veicoli, ma grazie ai numerosi studi sull’argomento, sappiamo che le foglie delle piante possono trattenere queste particelle, migliorando così la qualità dell’aria che respiriamo.
Le foglie delle piante variano nella loro capacità di trattenere inquinanti, con quelle dalla superficie tomentosa, squamiforme, ruvida o cerata che risultano essere più efficienti. Ricerche recenti indicano che alcune piante, come il tasso, sono particolarmente abili nell’accumulare particolato rispetto ad altre con foglie più lisce. La quantità di inquinanti catturati da una pianta dipende da vari fattori, tra cui la concentrazione di inquinanti, il vento e la temperatura.
Una siepe folta può bloccare meglio l’inquinamento rispetto ad una barriera fisica. La scelta della pianta giusta è essenziale, ed è consigliabile scegliere piante che naturalmente formano una rete densa di rami, in grado di filtrare efficacemente le particelle. Le siepi che permettono il passaggio dell’aria sono più efficaci nel catturare particelle rispetto a quelle troppo fitte o che bloccano completamente il flusso d’aria.
La ricerca è ancora in corso per determinare le piante più efficaci nell’assorbire gli inquinanti, ma alcune delle più promettenti includono specie decidue come: il Biancospino, il Carpino bianco, il Crespino di Thunberg, il Corniolo e specie sempreverdi, come: il Cotognastro, il Tasso, l’Agrifoglio, il Bosso, il Viburno tino e l’Evonimo del Giappone.