Il Giardino della casa dei Vettii a Pompei

Il Giardino della casa dei Vettii a Pompei

Con grande orgoglio e soddisfazione dei restauratori riapre, dopo quasi 20 anni di chiusura al pubblico, la casa dei Vettii a Pompei.

Oltre ai suoi affreschi, famosi soprattutto per i temi erotici, con il lungo restauro, che ha visto partecipare un team eterogeneo di professionisti costituito da archeologi, architetti,  ingegneri ed anche esperti del verde, sono tornati ad essere ammirabili dai turisti anche gli ambienti della ricca domus, tra cui il giardino del peristilio. Spazio verde circondato da colonnati, quindi di natura introversa e fortemente dominato dall’architettura che lo circonda, questo giardino è tornato ora agli antichi splendori. Grazie al restauro delle componenti idrauliche e delle fontane è tornato anche lo zampillio, che animava un tempo l’atmosfera serena del giardino. Questo spazio verde era un microcosmo a tutti gli effetti; i suoi protagonisti erano acqua, luce, sculture e piante odorose.

Nel giardino, spesso utilizzato anche come spazio di rappresentanza in quanto replica di un microcosmo ordinato e piacevole, erano presenti arbusti e siepi tenuti in forma (seguendo l’estetica della pittura greca, da cui il giardino romano trae compositivamente origine) dal topiarius. Questa figura, che noi oggi chiameremmo giardiniere, era quella incaricata “di sistemare, tagliare e prendersi cura del giardino di svago” (Giardinosofia, pag. 60). Particolarmente adatti ad esser modellati e trasformati in sculture vegetali dalla mano del topiarius erano il bosso, il mirto, il cipresso e l’alloro.
Plinio il Giovane in un suo scritto riporta le seguenti parole ” il bosso stesso è disposto in mille fogge,  talora in lettere che formano il nome del proprietario o del disegnatore”. (Op. Cit. pag. 59)

Da spazio sacro e di contemplazione il giardino era diventato,  come nel caso di quello dei Vettii che volevano ostentare le loro nuove ricchezze, un “mezzo per esibire la prosperità materiale. […] Diventó simbolo di prestigio e potere […] e scenario di intrighi politici. (op. Cit. pag. 58)

Lá dove gli spazi non erano generosi e si voleva creare l’illusione di dilatare lo spazio verde il topiarius (che oltre ad essere un giardiniere era anche un artista e pittore della natura) realizzava sulle pareti cieche delle finte finestre che si aprivano su ordinati e bucolici paesaggi.

Queste scene, molto realistiche in quanto ricche di minuziosi dettagli botanici e dotate di finte prospettive secondo la regola del trompe l’oeil, erano animate anche dalla presenza di animali, come leggiadri volatili.

Possiamo ritrovare oggi bellissime pareti decorate con questo “stile floreale” sia nella Domus di Livia sul colle Palatino a Roma sia nella casa del frutteto a Pompei.

Foto di copertina di I, Sailko, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2673050

Disegno in assonometria tratto dal sito: https://www.romanoimpero.com/

Ricostruzione del giardino per la mostra al giardino di Boboli, Firenze 2007 – Foto di Taken by the uploader, Patricio Lorente – Taken by the uploader, User:Patricio.lorente, CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1531703