L’alga Marimo del lago Akan

L’alga Marimo del lago Akan

Il Marimo è un’alga verde di modeste dimensioni che cresce nel lago Akan in Giappone e che si può comodamente tenere in casa all’interno del suo vasetto pieno d’acqua. Il suo nome infatti deriva dalle due parole giapponesi “mari ” e “mo” che significano rispettivamente “biglia” e “pianta d’acqua”.

Non necessita di eccessive cure, anzi, per essere un piccolo vegetale è molto rustico.

Il Marimo, essendo un’alga che cresce nei fondali del lago, teme solo la luce diretta e le alte temperature. In estate è consigliabile riporlo nei locali più freschi della casa, come la cantina, e va ovviamente tenuto lontano dalle fonti di calore, come forno o fornelli.

Si consiglia di cambiare l’acqua ma non è un’azione tassativa. Se ci si dimentica non è un problema, il Marimo sarà solo meno vivace e danzerá di meno. Vista l’assenza di sali minerali rallenterá temporaneamente la sua crescita.
Appena si cambia l’acqua infatti, specialmente poi se si aggiunge anche quella frizzante,  l’alga inizierà a muoversi nel vasetto; questo movimento è stato soprannominato “la danza del Marimo” .
Durante la fase del cambio è bene sciacquare anche il Marimo, strizzandolo leggermente con le dita.

La sua crescita è lentissima (circa 5 mm all’anno); questo permette di usare lo stesso contenitore per molto tempo.
È un’alga estremamente longeva (può raggiungere i 200 anni!), quindi è perfetta per essere tramandata di generazione in generazione, di padre in figlio.

Il fatto che sia un essere vivente che è capace di attraversare le generazioni lo rende un dono carico di significato; non solo ci insegna a prenderci cura di un’altra creatura, ma ci ricorda chi si è occupato di lui prima di noi.

È un ottimo pensiero, a livello simbolico, anche per i fidanzati che così possono associare metaforicamente la crescita fisica del Marimo alla crescita del loro amore, che, come l’alga, ha continuamente bisogno di cure e attenzioni per aumentare nel tempo.

Secondo la leggenda i Marimo sono nati dalla trasformazione dei cuori di due amanti che si erano rifugiati presso il lago Akan per sfuggire alle rispettive famiglie, che non approvavano il loro amore. Questo mito ricorda un po’ quello shakespeariano di Romeo e Giulietta ma ha sicuramente un epilogo più lieto; se per i due giovani amanti veronesi l’unica soluzione per restare insieme era stata la morte, qui la culla eterna dell’amore è il lago, che continua a proteggere e custodire il sentimento. Fino ad oggi.

Foto: Ente Nazionale del Turismo Giapponese e Sara Navacchia