Alberi e qualità dell’aria

Alberi e qualità dell’aria

I gas e le polveri che inquinano l’aria sono dovute principalmente agli impianti di riscaldamento/raffrescamento degli edifici, al traffico veicolare, agli allevamenti intensivi, alla produzione industriale ed energetica, che hanno un effetto non solo inquinante ma anche climalterante, ovvero contribuiscono a produrre alterazioni a livello globale del clima terrestre, come l’aumento delle temperature e il susseguirsi di eventi estremi cui nel nostro paese non eravamo abituati quali nubifragi, siccità, trombe d’aria…

Il contributo che gli alberi danno per il miglioramento della qualità dell’aria si articola in:

  • assorbimento della CO2 tramite la fotosintesi: un albero assorbe in media 20 kg di CO2 all’anno, e arriva a 700 kg di CO2 nell’arco della sua vita;
  • riduzione dell’effetto isola di calore infatti gli alberi favoriscono l’abbassamento della temperatura dell’aria grazie al l’evapotraspirazione e alla trasformazione dell’energia solare nella fotosintesi e nella traspirazione
  • rimozione degli inquinanti gassosi, del particolato e dei gas climalteranti

Come gli alberi mitigano gli inquinanti?

La vegetazione arboreo-arbustiva ha un doppio effetto benefico sulla qualità dell’aria . In primis agendo direttamente, attraverso il metabolismo cellulare delle foglie, effettua un’attiva rimozione del particolato e degli inquinanti gassosi, sia attraverso la fotosintesi che grazie alla presenza di rugosità, cere e peli sopra o sotto la superficie fogliare che funzionano da filtro. Inoltre la vegetazione agisce anche indirettamente, come barriera fisica, influendo sulla concentrazione locale degli inquinanti. 

E’ chiaro dunque come gli alberi e le siepi siano un efficace fitorimedio dell’aria al fine di ridurre i rischi per la salute legati all’inquinamento atmosferico.

Riguardo i rischi per la salute si rimanda alle pagine dedicate del ministero della salute ma basti sapere che “diversi studi epidemiologici e sperimentali hanno confermato che all’inquinamento atmosferico delle città si possono attribuire quote significative di aumentato rischio di malattie e mortalità per neoplasie, malattie cardiovascolari e respiratorie. Le proiezioni future sulla variabilità climatica suggeriscono un aumento di tali effetti nei prossimi decenni.“

Ogni specie, in base alle proprie caratteristiche (superficie fogliare, velocità di accrescimento, perdita fogliame in inverno…), ha più o meno capacità di cattura della CO2, delle polveri sottili e di assorbimento degli inquinanti gassosi e climalteranti.

L’IBIMET, Istituto di Biometeorologia – Sede di Bologna, ha condotto un’interessante ricerca riguardo queste caratteristiche e combinando diversi parametri ha redatto un abaco delle specie definendone la potenzialità di mitigazione ambientale. Ne risulta che Bagolaro, Olmo, Frassino comune, Tiglio selvatico, Ontano nero, Acero riccio, Cerro, Betulla verrucosa, Ginkgo, Tiglio nostrano hanno un ottimo effetto di mitigazione degli inquinanti.

La funzione benefica degli alberi, soprattutto in ambito urbano e industriale, per il miglioramento della qualità dell’aria non può essere demandato solo ai grandi parchi e alle aree verdi pubbliche, ancorchè sia innegabile che questi abbiano un impatto significativamente migliorativo. Ognuno può contribuire alla “forestazione urbana” e ai servizi ecosistemici e le occasioni sono molteplici: il giardino, il terrazzo, il tetto trasformato in tetto verde, il giardino o il parcheggio aziendale…e i vantaggi sono sia propri che godibili dall’intera comunità.