COSA, CHI STIAMO POTANDO?

COSA, CHI STIAMO POTANDO?

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato Il 2020 come “Anno internazionale della salute delle piante”.

Un fatto molto importante, considerando che, ancora oggi, il termine “vegetale” è sinonimo di qualcosa di inerme, immobile, vivo ma non vitale, annoverando automaticamente il mondo delle piante in una categoria più bassa e meno importante rispetto a quella animale e umana.

Una ben “strana” idea, considerando che le piante ci forniscono l’ossigeno, ci danno da mangiare (l’80% del cibo consumato dall’uomo è di origine vegetale), ci forniscono medicamenti, materie prime e senza di loro la vita sulla Terra non sarebbe possibile.

È necessario prendere coscienza del fatto che l’uomo è un elemento insignificante sulla Terra (purtroppo solo dal punto di vista numerico!).

L’82% degli esseri viventi è rappresentato dalle piante (solo di alberi si contano oltre 60.000 specie), seguite dai batteri (13%) e dagli animali con un 5%… e l’uomo? Rappresenta ben lo 0,01%… con una capacità distruttiva devastante, però!

Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale di fama mondiale, ci racconta che le piante sono esseri viventi molto evoluti, dotati di sensi e di una capacità percettiva molto più sofisticata degli animali e mostrano comportamenti così complessi, che possiamo solo definire “intelligenti”.

Anche se non sono dotate di un organo come il cervello, mettono in atto delle strategie e dei meccanismi che consentono loro di reagire agli stimoli, agli attacchi, di comunicare e di ricordare senza muoversi o scappare come, invece, il mondo animale può fare.

I vegetali sono stanziali, ma al contrario di quanto si pensi non sono inermi, possono sentire, interagire e comunicare e per farlo hanno sviluppato un sistema raffinato; rispondono alle minacce, alle sollecitazioni del caldo e del freddo, della ricerca di acqua e alle alterazioni biochimiche con una dinamicità incredibile, perché trovano la soluzione negli elementi che hanno a disposizione, il tutto senza possedere quello che noi chiamiamo sistema nervoso.

La Neurobiologia Vegetale e la botanica hanno dimostrato che le piante sono incredibilmente brave a percepire quello che si trova intorno a loro e possono sentire cose che gli animali non possono percepire, come, per esempio, i campi elettrici o quelli elettromagnetici o ancora i gradienti chimici e, tra quello che riescono a percepire, ci sono gli equivalenti della vista e dell’udito. La ricerca, infatti, ha stabilito che non solo riescono a percepire le lunghezze d’onda, ma anche le variazioni della luce e le forme molto semplici.

Quando stiamo per potare una pianta e soprattutto un albero, può sorgere spontanea una domanda: “Cosa, chi stiamo potando?” …. E non è che possiamo rispondere: “un “pezzo di legno” privo di sensibilità che possiamo “storpiare” a nostro piacimento”.

Diventa quindi prioritario occuparci della salute delle piante, come faremmo per qualsiasi altro essere vivente, considerando il “servizio” che ci offrono gratuitamente, per questo è importante affidarsi a giardinieri esperti e rispettosi