PAESAGGI DELLA MEMORIA

PAESAGGI DELLA MEMORIA

“Mi guardo attorno per capire chi sono, ho bisogno del paesaggio, di riconoscerlo, di leggerlo per esistere”

Paolini Marco, I cani del gas, Torino, Einaudi, 2000

In ognuno di noi è presente, spesso inconsapevole, l’esigenza di mantenere il senso della memoria, il filo della storia, l’identità dei luoghi (e di conseguenza delle persone), per proiettarli in avanti e renderli disponibili per le generazioni future.

Le storie che ognuno di noi si porta dentro sono parte della memoria individuale e collettiva trasmessa fra generazioni, molto spesso per tradizione orale, così come la Storia tramandata per mezzo dei ricordi viene supportata da elementi fisici e materiali che aiutano ad immaginarla e mantenerla viva. 

Gli eventi prodotti dall’azione dell’uomo non solo determinano questa Storia, ma nel contempo modificano, modellano e segnano il contesto naturale in cui si svolgono: i paesaggi ci raccontano i momenti di svolta nella vita dell’umanità e del suo rapporto con la natura.

In particolar modo gli eventi tragici o quelli terribili legati alle guerre vengono spesso legati a luoghi specifici che diventano sacrari, paesaggi della memoria, custodi della Storia, per non dimenticare e costruire il futuro con maggiore consepevolezza. Questi paesaggi sono riconosciuti e percorsi annualmente da milioni di persone. 

Un luogo della memoria deve essere un sito con una forte identità e deve essere il Testimone, per comunicare il vero significato e per rendere visibile e tangibile la storia, attraverso emozioni ed evocazioni che ci portano a riflettere e meditare.

Nel nostro contesto territoriale si pensi al Sacrario di Sabbiuno, al Parco di Monte Sole, o al Faenza War Cemetery legati agli eventi della Seconda Guerra Mondiale. 

Più recentemente si ricordano i 29 alberi che abbiamo messo a dimora tra meli, peri e prugni e che il Comune di Medicina ha dedicato alla memoria di tutte le persone scomparse nella primavera 2020 durante l’emergenza Covid-19, o la “Radura della Memoria” di Genova, l’installazione temporanea dedicata alle 43 vittime della tragedia del crollo del Ponte Morandi dell’agosto 2018.

Ma anche i cimiteri, come il Cimitero della Certosa di Bologna di cui curiamo, con grande rispetto, la manutenzione, sono luoghi della memoria, dove il paesaggio e la simbologia invitano alla meditazione e al ricordo.