Calicanto, il profumo dell’Inverno

Calicanto, il profumo dell’Inverno

Nome Latino: Chimonanthus praecox, sinonimo di Calycanthus praecox, Chimonanthus fragrans

Nome volgare: Calicanto

Portamento: arbusto deciduo con un portamento cespuglioso e molto ramificato

Dimensioni: cresce fino a 2,5 m o più in altezza e a 1,5/2,5 m in larghezza

Foglie: lanceolate, lunghe 5-12 cm, lucide, di colore verde scuro brillante

Fiori: molto profumati, solitari o in piccoli gruppi, quasi senza stelo, sbocciano sui rami nudi in Inverno (gennaio/febbraio) alle giunture dei germogli dell’estate precedente. A forma di coppa hanno i petali esterni verde-giallastro quasi trasparenti e quelli interni più corti color porpora.

Una leggenda racconta di questa fioritura così inaspettata e portentosa.

Un giorno un pettirosso, stanco e assiderato dal gelo, cercava un ramo solido che gli consentisse di riposarsi per qualche ora al riparo delle ultime foglie ingiallite e non ancora strappate dal vento. Molti alberi si rifiutavano di ospitare, pur temporaneamente, quell’uccellino infreddolito. Il calicanto, invece, impietosito, lo chiamò dicendogli di posarsi sotto le ultime foglie avvizzite, che lo avrebbero riscaldato. Il Signore, ammirato dal suo atteggiamento caritatevole, volle ricompensare il generoso arbusto facendo cadere sui rami una pioggia di stelle splendenti e profumate che si trasformarono prodigiosamente in fiori. Da quel giorno il miracolo si ripeté ogni inverno con quei fiori che sembrano, in effetti, tante fulgide stelline vegetali.

D’altronde, se si coglie un rametto quando i fiori sono ancora chiusi e lo si immerge nell’acqua di un vaso, in pochi giorni i boccioli si aprono illuminando la stanza con il loro giallo-porpora solare. Per questo motivo lo si è chiamato botanicamente Chimonanthus, che deriva dal greco cheimón, inverno, e da ánthos, fiore.

Testi tratti da Florario – miti, leggende e simboli di fiori e piante, Alfredo Cattabiani, Mondadori, 1996