Il maestoso parco botanico di Villa Manin

Il maestoso parco botanico di Villa Manin

In un punto strategico dell’entroterra friulano, nacque a Passariano verso la fine del XVII secolo, un’importante tenuta agricola e produttiva in cui erano presenti anche strutture annesse come cartiere, mulini, fornaci e filande.

La terra circostante il maestoso complesso architettonico era soprattutto utilizzata per fini produttivi (un po’ come era la villa di campagna di epoca romana, di vaste dimensioni, in cui i braccianti lavoravano i campi mentre i patrizi si dedicavano alla lettura e all’otium), ma questo non impedì ai conti Manin, nobili veneziani di origine toscana, di impreziosire la villa, rendendola imponente (grazie anche alla presenza delle due ampie barchesse laterali), sfarzosa e raffinatissima, quindi molto simile alle dimore reali d’oltralpe. Lo stesso Goldoni definì infatti il soggiorno a Passariano “degno di un re”.

Il giardino, di impianto seicentesco, è stato progettato da un “giardiniero francese” allievo del grande Le Nôtre, celebre architetto paesaggista della corte di Luigi XIV che realizzò il parco di Versailles.

Data l’esuberanza del modello parigino, a Villa Manin non potevano mancare quindi giochi d’acqua, labirinti, limonaie, percorsi con statue, giardini pensili e boschetti. Perfettamente in linea con il gusto barocco, magniloquente e ricercato, ogni ambiente era pensato per stupire il visitatore, meravigliarlo ed emozionarlo continuamente.

Nei secoli successivi il giardino si adattò alle mode delle varie epoche e subì quindi diverse trasformazioni; nel primo decennio dell’Ottocento il gusto illuminista, che esaltava la razionalità, ne marcò l’aspetto formale e geometrico, mentre più tardi l’influenza romantica gli restituì un’anima più naturalistica, di derivazione inglese, che oggi definiremmo “paesaggistica”.

L’imponente e scenografica villa e il suo maestoso parco di quasi 18 ettari, oggi entrambi di proprietà della regione autonoma Friuli Venezia Giulia, sono sede di esposizioni di arte e teatro di eventi culturali a tema musicale.

Nel parco, visitabile gratuitamente, sono ancora presenti specie secolari (testimoni silenti di importanti avvenimenti storici come quelli legati a Caporetto), accuratamente studiate e catalogate. Ai piedi di ogni elemento notevole sono presenti pannelli illustrativi che rendono interessante la visita anche dal punto di vista botanico e didattico.

Catalpa, pino nero austriaco, larice, pawlonia sono solo alcune delle specie dotate di scheda botanica in cui sono riportate sia la denominazione scientifica in latino, sia quella in lingua inglese.

Foto di Sara Navacchia