Calendario degli alberi: il Sambuco

Calendario degli alberi: il Sambuco

Secondo il “Calendario degli Alberi”, in uso presso i popoli Celti, dal 25 novembre al 22 dicembre, siamo nel tredicesimo mese dell’anno lunare, il cui albero di riferimento è il Sambuco (Sambucus nigra).

Questo alberello può raggiungere i 10 metri di altezza, ma spesso si comporta come un arbusto molto ramificato, con grandi corimbi di fiori bianco avorio che compaiono in giugno, cui succedono tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, grappoli di bacche rosso-nere e lucenti. Le foglie sono composte generalmente da 5-7 foglioline ovali, finemente dentate, che emanano un odore caratteristico e poco piacevole.

Cresce dappertutto, specie vicino agli edifici abbandonati intorno agli allevamenti, dove il suolo è ricco di azoto per la decomposizione di foglie e rifiuti. Si trova anche in boschi e siepi e in ambienti di reinsediamento della vegetazione forestale, su suoli umidi.

Nelle campagne di buona parte della Regione Emilia-Romagna, l’infuso di fiori di Sambuco veniva usato per curare dermatiti, per bagni caldi ai piedi contro la gotta, per eliminare le efelidi, per rinfrescare la pelle del viso e curare le infiammazioni degli occhi. Con le bacche del Sambuco si alterava il colore del vino.

Gli antichi Romani, affascinanti dalle chiome delle bionde schiave germaniche, si tingevano i capelli con miscele a base di ceneri di piante e di bacche di Sambuco. Caterina Sforza, Signora di Imola e Forlì, tra gli altri cosmetici di sua invenzione, ideò l’”Acqua celeste”, un tonico cutaneo ottenuto dalla triplice distillazione di numerose erbe tra cui le foglie di Sambuco.

Fra i Germani lo si chiamava “albero di Holda”.

Holda era una fata del folklore germanico medievale, raffigurata come una giovane donna dai lunghi capelli d’oro: abitava nei sambuchi che si trovavano nei pressi delle acque di fiumi, laghi e fonti.

Nelle leggende germaniche, il famoso “flauto magico”, era un ramoscello di Sambuco svuotato del midollo. I suoni che se ne traevano proteggevano dai sortilegi, come testimonia l’omonima opera di Mozart, dove il magico strumento ha il potere di liberare i protagonisti dai guai.

I frutti del Sambuco, ricchi di vitamina C, sono utilizzati per la preparazione di marmellate e liquori. In cucina sono ottime le frittelle fatte con i fiori freschi.

Bibliografia: “Riconoscere gli alberi”, Roger Phillips, Istituto Geografico De Agostini, 1983 – “Alberi e arbusti dell’Emilia-Romagna”, Regione Emilia-Romagna-Azienda regionale delle foreste, 1983 – “Florario – Miti, leggende e simboli di fiori e piante” , Alfredo Cattabiani, Mondadori, 1996

Foto: royalty free tratte da www.piqsels.com; Roberto Bacchilega