Tetti verdi

Tetti verdi

Il “tetto verde”, meglio conosciuto come “verde pensile”, è una tipologia costruttiva nota fin dall’antichità.

Famosissimi sono i giardini pensili di Babilonia, ma anche in epoca romana molte sono le realizzazioni in questo senso: dai mausolei di Augusto e Adriano, a Roma, alla villa di quest’ultimo a Tivoli, a quelle di Plinio il Giovane.

A partire dal XV secolo, fino alla seconda metà del XIX, è tutto un fiorire di sistemazioni a giardino pensile in ville e palazzi nobiliari: dalle residenze dei Medici in Toscana alla reggia di Versailles, dal palazzo Ducale di Urbino, ai giardini del Belvedere in Vaticano, solo per citare alcuni esempi.

La nascita del concetto moderno di verde pensile si fa risalire all’architetto tedesco Von Rabitz, che nel 1865 scrive un trattato sull’impiego del giardino pensile come mezzo per raggiungere la salubrità negli ambienti densamente antropizzati. Da questa concezione nascono molte esperienze frutto della creatività di architetti importanti come Alvar Alto, Frank Lloyd Wright e, in Italia, Luciano Baldassarri e Marcello Piacentini.

A partire dagli anni ’70 del novecento, con il crescere della cultura ambientale, soprattutto nei paesi del centro e nord Europa, nasce la consapevolezza che le coperture inerti, come i grandi tetti piani nelle zone artigianali, commerciali o industriali, oltre a rappresentare spazi inutilizzati, sono superfici impermeabilizzate e sigillate che concorrono notevolmente al peggioramento del microclima urbano e al dissesto nella regimazione delle acque meteoriche. A partire da questa constatazione si comincia a riconoscere il verde pensile come tecnica e strumento per la mitigazione e compensazione ambientale.

Si può dire che oggi, quella del verde pensile sia una tecnica consolidata i cui vantaggi possono essere così riassunti:

  • migliore gestione delle acque meteoriche;
  • effetto delle coperture a verde sul microclima;
  • fissaggio delle polveri;
  • influenza sulla durata delle stratificazioni delle impermeabilizzazioni;
  • isolamento termico;
  • influenza sulla trasmissione, rifrazione e riflessione del suono;
  • fruizione delle superfici e aumento del valore degli immobili:
  • assorbimento delle radiazioni elettromagnetiche e aumento della resa dei pannelli fotovoltaici;
  • superfici di compensazione/mitigazione ambientale e aumento della biodiversità

Inoltre il verde pensile rientra a pieno titolo nelle realizzazioni che usufruiscono degli sgravi fiscali del “Bonus ristrutturazioni 2019” e del cosiddetto “Bonus Verde” ….

Quindi perché non “rinverdire” i nostri tetti e le nostre coperture? 

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